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Isola di Ortigia

L’isola di Ortigia

La contemporanea presenza di una sorgente d’acqua fresca e di una rientranza della costa, adatta a proteggere l’ancoraggio delle navi, attirò nel 734/33 avanti Cristo i coloni greci di Corinto sull’isoletta (a quel tempo ancora penisola) di Ortigia, in Sicilia. Qui i greci fondarono la città di Siracusa, cacciando i Siculi che avevano già popolato per secoli la zona prima di loro.

La scelta si rivelò felice, al punto che la neonata città iniziò dopo non molto ad espandersi anche sulla terraferma, arrivando col tempo ad articolarsi in un insieme di cinque nuclei principali, denominati “la pentàpoli”, con una popolazione complessiva tale (nell’ordine delle centinaia di migliaia di persone) da farne, prima della conquista romana e della decadenza, una delle più grandi metropoli del Mediterraneo antico.

Ortigia è uno dei pochi centri del Mediterraneo a conservare l’impianto urbanistico greco in condizioni tali da essere ancora leggibile sulla mappa.
La struttura dei vicoli, nonostante più di due millenni d’evoluzione, rispetta ancora l’orientamento “a pettine” che si irraggia da una via principale, la Via Sacra (attuale Via Dione), che corre lungo il centro dell’isola.

Coi secoli la struttura abitativa è stata canonizzata attorno ai “ronchi” (vicoli) e ai cortili, dove la gente vive, all’aperto, la maggior parte della giornata, mentre la casa è concepita come deposito degli attrezzi da lavoro e rifugio notturno.

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